Qualche articolo fa ho parlato di 3 parole che non dovresti mai usare in un curriculum, perché ti rendono banale e poco interessante. Oggi ti parlo invece di 5 parole che dovresti usare, perché ipnotizzano il datore e ti fanno fare una bella figura, indipendentemente dal tuo settore lavorativo.
Il termine “ipnotiche” non è scelto a caso, perché come ci dice la Programmazione Neurolinguistica, tutto è ipnosi: attraverso l’uso dei termini giusti, puoi convincere il datore di qualcosa. Anche a distanza, con il tuo curriculum. È un potere immenso, che oggi imparerai a sfruttare nel tuo CV.
1 – Qualsiasi numero da 0 a 9
Che non sia il tuo numero di telefono o numero civico (o numero di scarpe), s’intende.
Il cervello umano è condizionato fin da quando siamo bambini a prestare attenzione ai numeri. Sia nella scuola con la matematica, sia nella vita reale ad esempio con i prezzi dei negozi. Quando l’occhio vede un numero, il cervello gli mette un asterisco con scritto “questa è roba importante”.
La seconda ragione per la quale i numeri sono importanti è che sono specifici. Nessun datore si lascerà convincere se hai semplicemente ottenuto un “ottimo guadagno sull’investimento”, perché “ottimo” non significa niente. Visto che il datore medio è prevenuto, prenderà con le pinze la tua affermazione generica. Se invece scrivi che hai ottenuto un “guadagno sull’investimento del 53%”, allora chi ti ascolta ha un riferimento preciso.

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Di conseguenza evita anche i numeri tondi, nell’esempio precedente: non dire più del 50%, o circa 50%. Anche se il guadagno fosse del 50% esatto, tu abbassalo a 49%: 50% sembra che tu stia arrotondando, con 49% no. Oppure di 50,3%. Sì, essere specifico è così importante da richiedere questi trucchi psicologici, e il modo migliore di essere specifico è usando numeri esatti.
2 – Esperienza rilevante
Non tutta l’esperienza è nata uguale: alcuni lavori sono più importanti di altri.
Quali essi siano dipende in gran parte dal tuo settore, basta che dimostrino il possesso di competenze che possono tornare utili al datore. Quindi un ingegnere e un avvocato avranno criteri diversi per valutare l’esperienza rilevante.
Un errore comune nei curriculum è di mettere esperienze non rilevanti e in ordine cronologico inverso. Se hai già dell’esperienza, questo porta a due effetti sgraditi:
- Allunghi inutilmente il curriculum.
- Nascondi le esperienze rilevanti, che invece dovrebbero essere in primo piano.
Quello che puoi fare è menzionare solo le esperienze rilevanti, lasciando intendere che sono solo alcune di quelle che hai, sempre in ordine cronologico inverso (dalla più recente alla più vecchia). Il metodo più semplice è usare il titolo “esperienza rilevante” invece che “esperienza”. Puoi anche includere un “se siete interessati ad approfondire, sarò felice di illustrare altre mie esperienze e competenze in un colloquio”, il che fa intendere che hai altri assi nella manica. Puoi mettere questa frase al posto del trattamento dei dati.
Se invece hai poca esperienza ma è rilevante, includi comunque la dicitura.
3 – Risultato
Più che ciò che hai fatto, al datore interessa i risultati che hai ottenuto in passato: è il metro di giudizio più semplice e preciso che ha a disposizione per valutare la tua futura prestazione in azienda.
Questo è coerente con il principio generale della ricerca del lavoro: al datore non interessa chi sei, ma in che modo puoi aiutarlo a risparmiare o guadagnare soldi. Tutta la tua comunicazione aziendale deve essere orientata su questo principio, e se non aiuta a rispondere alla domanda, allora è inutile dirlo.
Se in un lavoro passato hai ottenuto dei risultati degni di nota, dillo e specifica più che puoi. Usa numeri. Se hai fatto parte di un reparto o gruppo di lavoro che ha ottenuto un risultato tangibile, menzionalo con dovizia di particolari. In assenza di altro, se hai lavorato per una piccola azienda che si è espansa durante il periodo che hai fatto per loro, puoi dire quello.
Ci sono alcuni settori per i quali è difficile portare dei risultati monetari: in tal caso, menziona invece con quanta cura hai svolto la mansione sotto la tua responsabilità. Ad esempio, se sei un collaudatore di auto da corsa, dì che hai abbassato il tempo sul giro di 0,5 secondi.
4 – Unico
Le competenze uniche sono il “segreto” (ormai nemmeno più tanto segreto) di chi trova lavoro in un lampo. Se sei unico, un datore non ha scelta se non assumere te.
Essere unici ormai è difficile, ma in un mercato così grande come quello del lavoro, essere “raro” è sufficiente (e uso queste due parole intercambiabilmente).
Molti sono spaventati dalle competenze uniche, perché sono di nicchia. Esempio: “informatico specializzato nel setup di reti aziendali con connessione LTE per grandi uffici”. Pensi che posizionandoti in modo così specifico ti tagli fuori da una grossa fetta del mercato. Ed è così, ma è un bene.
Perché i datori non cercano personale generico, ma professionisti specializzati. Più ti presenti come specifico per il bisogno della singola azienda, più le tue possibilità di trovare lavoro schizzano in alto. Poi, nessuno ti vieta di avere più specializzazioni. Nell’esempio sopra, per un’azienda diversa puoi proporti come “informatico specializzato nell’amministrazione di siti web in PHP e database SQL”. Basta avere abbastanza competenze ed esperienze rilevanti per giustificare l’affermazione.
5 – Verbi d’azione attivi
Ovvero: quando la formalità può far male.
Il linguaggio formale italiano, usato ancora da troppe persone arroccate su schemi linguistici preistorici, prevede di mettere verbi passivi e predicati nominali ovunque. Ma nessuno vuole leggere quella roba.
Guarda come scrivo io. Uso frasi brevi e parole comuni non perché non sono capace di formare strutture grammaticali complesse, ma perché non ce n’è motivo. Il mio lavoro qui è farti capire le cose in modo immediato, e dovrebbe essere anche il tuo scopo nel curriculum. Piuttosto, vantati apertamente. È quello che dovresti fare.
Quindi abbandona l’idea del “gestione di appalti presso XXX” e sostituiscilo con un bel “ho supervisionato appalti fino a 500.000€ per conto di XXX”.
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