Un’altra domanda classica che mi viene fatta via email è: Stefano, non ho esperienza lavorativa, cosa scrivo nel curriculum?
Sembra un dilemma impossibile: per trovare lavoro serve esperienza, ma per fare esperienza serve un lavoro.
Per questo hai continuato a girare in tondo, cercando qualsiasi tipo lavoro temporaneo e mal pagato che ti dia l’esperienza che ti serve per trovare un’occupazione migliore e definitiva. Ma passano le settimane, passano i mesi, e la tua situazione non migliora.
Ti riconosci in queste parole? Se sì, allora ti piacerà sapere che…
Per fare esperienza lavorativa non ti serve lavorare.

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Esatto.
È uno dei trucchi che spiego in Obiettivo Lavoro, ed è una delle (tante) strategie che ti renderanno unico agli occhi del datore.
Perché essere unico, al giorno d’oggi, è l’unico modo di essere notato dai radar dei reclutatori italiani. Ormai hanno sulla scrivania così tante candidature, che se fai le stesse cose degli altri non ti noteranno di striscio. Quindi ecco 4 alternative all’esperienza lavorativa classica, che faranno brillare di luce propria il tuo curriculum.
Ma prima…
Perché l’esperienza lavorativa è importante?
L’esperienza lavorativa è la cosa più importante che salta all’attenzione del reclutatore, sempre. Anche nei lavori per giovani, dove l’esperienza gioca un ruolo inferiore rispetto che nella dirigenza di grosse aziende, il candidato più esperto ha più possibilità. Non dico che per un giovane senza esperienza sia impossibile essere assunto (anzi è piuttosto facile, con le giuste tecniche), ma richiede uno sforzo in più.
Il datore è così fissato dall’esperienza lavorativa per due ragioni. La prima è un effetto psicologico che lo spinge ad imitare i suoi simili (ossia altre aziende): “Se questa persona è stata assunta da qualche altra parte significa che un datore si è già fidato di lui, quindi mi posso fidare anch’io”.
L’altro incentivo all’assunzione della persona esperta è il fatto che, appunto, ha esperienza. L’azienda non deve spendere tempo e risorse per insegnare al nuovo dipendente tutto da zero, ma può subito buttarlo nel processo produttivo. Con le 4 strategie che adesso ti descrivo, andiamo ad agire su questo secondo aspetto: dimostrare al datore che sai già il fatto tuo, anche se non hai mai lavorato nel senso tradizionale del termine.
1 – Servizio civile
Grazie al servizio civile (in Italia o all’estero), hai una comoda possibilità di fare 1 anno di esperienza. La paga non è granché (poco più di 400 euro al mese), ma nemmeno il carico di lavoro: dalle 24 alle 36 ore a settimana.
Ci sono bandi nazionali, regionali o privati, e puoi saperne di più sul sito ufficiale. L’età va dai 18 ai 28 anni, ma alcuni bandi regionali arrivano fino a 30 anni.
Ora, una volta tornato dal servizio civile, dovrai fare una piccola astuzia sul tuo curriculum per massimizzare l’esperienza lavorativa che hai fatto.
Scrivere “servizio civile” sul tuo CV no, non va bene. Troppo banale, troppo generico, troppo scontato. Al datore non gliene frega niente di cos’hai fatto, ma solo di come puoi aiutarlo a guadagnare o risparmiare soldi. Per questo devi scrivere qualcosa di specifico, ad esempio “Ho lavorato come cuoco e cameriere in una mensa con 200 posti a sedere”.
Va da sé che devi candidarti per posizioni inerenti al lavoro che hai fatto nel servizio civile, se vuoi che questa tua esperienza venga valutata al massimo. Nell’esempio, scriverai il curriculum per lavorare in un ristorante.
2 – Servizio Volontario Europeo
Il Servizio Volontario Europeo, o SVE, è un progetto dell’Unione Europea della durata di 3-12 mesi finalizzato a far viaggiare i giovani comunitari in uno stato estero e rafforzare l’idea di un’Europa unita.
Che ti piacciano o no i principi dello SVE, è un’opportunità difficilmente superabile per i giovani che sanno un’altra lingua (specialmente inglese): non solo farai esperienza lavorativa, non solo la farai all’estero (molto ben visto dai datori italiani), ma l’Unione Europea sarà così gentile da stipendiarti per il tuo lavoro part time. Anche qui le cifre non sono esorbitanti, ma se sai fare la formichina tornerai a casa con qualche soldo in più di quando eri partito.
La cosa migliore dello SVE è che ci sono una quantità immonda di bandi e relativamente pochi partecipanti, quindi ci metterai al massimo un paio di mesi a trovare qualcosa di tuo gradimento.
Lo SVE si organizza tramite delle associazioni private, che sono incaricate dall’UE di distribuire i fondi comunitari ai giovani che prendono parte ai progetti. Non c’è un’autorità centrale a controllare il tutto, quindi l’esperienza può variare da un’associazione all’altra. Io ho fatto il “fratello minore” dello SVE (lo Scambio Interculturale) e mi sono sempre trovato bene, quindi se non hai un lavoro al momento, te lo consiglio.
Qui valgono le stesse regole del servizio civile: scrivi sul curriculum quello che hai fatto ricordandoti di specificare come questo può essere utile al datore, non mettere un asettico “servizio volontario europeo”.
Il sito più importante che raccoglie tutti i bandi di (quasi) tutte le associazioni è Scambi Europei, e la pagina Facebook dell’Associazione Strauss pubblica ogni tanto bandi interessanti. Questo è un sistema economico, veloce ed efficace per fare esperienza lavorativa.
3 – Studio e pratica da autodidatta
Questo è il mio preferito, perché sono un pigro. 😀
Grazie allo studio da autodidatta, puoi accumulare esperienza lavorativa stando a casa in pigiama.
Esperienza lavorativa è un termine che viene frainteso spesso per colpa della parola “lavorativa”, che non c’entra niente. Esperienza lavorativa significa semplicemente essere esperto a fare qualcosa, ossia averlo fatto in passato. Anche se non l’hai fatto in un lavoro tradizionale, poco conta. Basta che tu quella cosa la sappia fare.
Ancora meglio, spesso l’esperienza lavorativa può essere sostituita da un titolo di studio importante, come una laurea in un’università prestigiosa. Ma c’è anche un’altra via più semplice ed economica…
Grazie all’invenzione più importante della storia dell’uomo dai tempi della rivoluzione industriale, ossia il computer, hai accesso alla più grande banca dati di sempre. Gratis. E no, non sto parlando di Wikipedia.
Se ti interessano le materie scientifiche, puoi avere un’istruzione a livello universitario gratis o a prezzi ridicoli. In pochi sfruttano questa opportunità per due motivi:
- Non la conoscono
- Non pensano sia importante
Ora ti chiedo: se hai studiato qualcosa da autodidatta a un livello pari a quello di un’università, perché non dovresti darne notizia sul tuo curriculum come se fosse una laurea? Magari non ha lo stesso impatto, ma ti sei differenziato: non sei un altro laureato qualsiasi, ma un giovane con la forza di volontà per imparare una nuova competenze ad altissimo livello. Qualunque datore ne sarà impressionato.
Puoi iniziare con una ricerca su Google, ma per farla più semplice, ti consiglio di partire da queste 5 fenomenali risorse gratuite.
4 – Studio all’estero
Puoi studiare a casa, o puoi studiare all’estero. Ormai la laurea classica, per quanto resta un investimento fantastico se ne hai la possibilità e la voglia (più che altro la voglia, visto che con i finanziamenti statali ci sono un sacco di agevolazioni per i redditi più bassi), è inflazionata: le università sfornano laureati a milioni, e non è una cosa così esclusiva come una vota. Adesso anche se ti fai un’istruzione superiore, non è tutto in discesa.
Sorprendi il datore dicendo che hai studiato per uno o due anni all’estero e ti sei laureato oltre i confini italici: impatto garantito.
Se già sei all’università, Erasmus e laurea all’estero sono progetti europei presenti in molte università: controlla dalla tua segreteria, o all’ufficio affari internazionali se ne hai uno. Grazie alle borse di studio, puoi andare all’estero anche se non hai un grande capitale su cui fare affidamento. Inoltre molti Paesi stranieri hanno università internazionali di alto livello gratuite (come la Germania o la Polonia), quindi se sai l’inglese puoi iscriverti direttamente a un’università estera.
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