• Passa alla navigazione primaria
  • Passa al contenuto principale
  • Passa alla barra laterale primaria
  • Passa al piè di pagina
Trovare lavoro velocemente

Trovare lavoro velocemente

  • Home
  • Obiettivo Lavoro
  • Contatti

Uncategorized

Leggi la mente al datore con questo strumento gratis

Maggio 17, 2021 by Stefano 11 commenti

Ti piacerebbe sapere esattamente in che modo comunicare con il datore, per attirare la sua attenzione?

Sapere con certezza se preferisce una telefonata, o un’email?

Se devi presentarti in maniera formale, o puoi lasciarti un po’ andare?

Se preferisce comunicazioni lunghe e dettagliate, o brevi e veloci?

Fino ad oggi, l’unica cosa che potevi fare era cercare di indovinare, o tirare a caso. Una strategia che a me non piace: quando faccio qualcosa, a me piace sapere qual è il modo più efficace di raggiungere un obiettivo, senza tirare a caso. Ma visto che per imparare a “leggere” un datore (e rispondere alle domande di cui sopra) richiede anni di esperienza, finora è stata solo prerogativa di pochi.

Ma qualche giorno fa, ho trovato uno strumento gratuito in grado di analizzare qualsiasi persona basandosi sulle informazioni disponibili sui social network, e con un algoritmo proprietario, ti fa un riassunto della sua personalità. Ma ancora meglio: ti dice esattamente in che modo contattarlo, cosa dire e come dirlo.

In altre parole, questo significa che potrai entrare nella testa di un datore, capire in che modo comunica, e il modo migliore di persuaderlo ancora prima di averlo contattato.

Questo strumento si chiama Crystal, e lo trovi a questo indirizzo:

http://www.crystalknows.com

Ti basta registrare un account gratuito, e lo puoi usare. La versione a pagamento aggiunge alcune funzionalità, ma sinceramente, non sono così importanti.

Sì, è solo in inglese. Se non lo conosci imparalo, e intanto usa Google Translate. 🙂

Perché capire come comunicare col datore è così importante?

Perché un buon 80% dei datori di lavoro, soprattutto in aziende piccole che non hanno un reparto per le risorse umane né si affidano a un’agenzia esterna, assumono le persone in base a quelle che sembrano le più competenti “a pelle”.

Un modo per dimostrare la tua competenza è quella classica: curriculum, lettera di presentazione, colloquio. E questo aspetto è il classico, quello sul quale tutti i candidati si concentrano. Ma non è l’unico.

Perché gli esseri umani (tutti), prendono le decisioni in base alle loro emozioni. In altre parole, se stai simpatico a un datore, o gli fai percepire di essere una persona seria e affidabile, o crei un qualsiasi tipo di connessione emotiva positiva, allora le tue possibilità di essere assunto schizzano in alto. A prescindere dalle tue effettive capacità.

Una delle strategie più semplici ed efficaci per connettere positivamente con un datore è usare il suo stesso linguaggio e comunicare nel modo che più gli piace. Per farti capire, analizziamo il mio profilo. Ecco cosa dice su di me Crystal:

“Stefano è entusiastico, persuasivo, e focalizzato sulla strategia generale – spesso ignorando i dettagli o il processo”

E continua dando alcuni suggerimenti per parlare con me:

  • Usa l’umorismo
  • Enfatizza i benefici futuri
  • Non chiedergli di spiegare qualcosa in dettaglio
  • Non fare premesse troppo lunghe
  • Non annoiarlo con troppi dettagli e informazioni
  • Lascia messaggi molto brevi

Eccetera eccetera. È fra l’altro abbastanza accurato.

Quindi se io fossi un datore e tu un candidato, dovresti scrivermi anzitutto un’email breve. Vai subito al punto, magari prima fai una battuta per farmi capire che non ti prendi troppo sul serio. Se vuoi farti assumere, parlami di come sarai utile alla mia azienda in futuro, non di quanto sei stato utile alle altre aziende in passato. E se mi devi chiamare, stringi più che puoi. Fammi domande a cui posso rispondere in pochi secondi.

Segui queste istruzioni, e io sarò per sempre il tuo migliore amico. 😉

Ma la psicologia delle persone varia, quindi non è detto che tutti siano come me. Usa Crystal prima di interagire con un datore, così da sapere cosa dirgli e come dirglielo. E se vuoi fare veramente belle figura, personalizza la lettera di presentazione in base al profilo del singolo datore.

Come funziona questo programma?

Beh, è molto semplice, metti il nome e premi invio. 😉

Da quanto ho capito usandolo, Crystal si basa su Linkedin: se il datore non ha un profilo su Linkedin, probabilmente non lo troverai. Credo si basi anche su altre banche dati, ma non ne sono sicuro visto che il sito web non dà nessuna informazione in merito. Ma Linkedin è sempre più diffuso soprattutto fra imprenditori, professionisti e manager, quindi dovresti trovare molte delle persone che cerchi.

In alto alla pagina ti viene scritta anche una percentuale di accuratezza: più è alta, più il profilo è accurato. Se è sotto al 50%, occhio che il software potrebbe sbagliare. Dal 60% in su, di solito ci azzecca con buona precisione.

Quindi fai un account gratuito, e usa questo magnifico strumento per leggere nella mente del datore ancora prima di contattarlo. 😉

Archiviato in:Uncategorized

Come venire assunti con un gioco a premi

Maggio 16, 2021 by Stefano 2 commenti

Mi è appena stato fatto notare un sistema molto particolare per arrivare al colloquio di lavoro…

Un gioco a premi.

Come funziona: fai il test, che è come quegli indovinelli complessi che trovi sui libri da regalare ai paranti a natale, quando non hai altre idee. Il test ti chiede di risolvere una situazione logistica reale: devi pianificare gli orari di lavoro di un team tenendo conto di limitazioni legali, esigenze di produzione, obiettivi e preferenze dei singoli.

In alto alla pagina, c’è scritto: chiunque ottenga un’efficienza pari almeno all’85% di quella ottimale, avrà matematicamente un colloquio di lavoro garantito. Certo non è un’assunzione, ma un colloquio di lavoro non lo si butta via comunque.

In pratica, questo è l’equivalente di un curriculum vitae. Ma fatto molto meglio.

In Italia non possiamo aspettarci nulla di così innovativo, almeno non nei prossimi decenni, e sono convinto che il processo di assunzione rimarrà lo stesso. Ma non è quello che ci interessa, piuttosto voglio farti capire una cosa…

La psicologia dell’assunzione: cosa cerca il datore in un curriculum

Il bello della psicologia umana è che non cambia. Cambia la cultura, cambia l’ambiente, ma la psicologia sempre quella rimane. E da questo sistema di assunzione, possiamo capire molto su quello che i datori veramente cercano in un curriculum vitae.

Quest’azienda ha creato un test interno, spendendo quindi soldi e tempo, per fare una singola cosa: scremare i candidati in basi alle loro competenze e abilità nello specifico compito che andranno a svolgere una volta inseriti nella catena di produzione. Stop.

Non c’è nessuna casella in cui devi inserire i tuoi studi, l’età (anche perché negli USA è illegale chiederla), o la tua esperienza lavorativa. Perché non conta. L’unica cosa che interessa al datore è sapere quanto tu sia bravo in questo momento, a prescindere dal tuo passato.

Lo stesso principio vale anche per i datori italiani. Verrai richiamato per il colloquio se fai capire che riuscirai a svolgere il lavoro meglio di qualsiasi altra persona che si è candidata. In Italia, la strategia che va per la maggiore è quella di chiedere la tua esperienza passata, ma non è l’unico modo. Se nel tuo curriculum riesci a dimostrare le tue competenze e la tua bravura, avrai un colloquio e un contratto. Anzi, non ti serve nemmeno un curriculum. Devi solo essere in grado di dimostrare la tua utilità.

L’unica cosa che conta in un curriculum

In Obiettivo Lavoro, parlo delle “domande di livello zero”. Ossia:

  • In che modo questa persona mi farà guadagnare soldi?
  • In che modo questa persona mi farà risparmiare soldi?

Sono le due domande inconsce che si pone il datore quando valuta una candidatura. Se ci pensi, è l’equivalente di chiedere quanto sei in grado di svolgere il lavoro che ti verrebbe assegnato nell’azienda. Non devi parlare della tua esperienza, non devi presentare un curriculum figo. Non necessariamente. Devi solo rispondere a queste domande.

Focalizzati su questo, e il resto verrà di conseguenza. 🙂

Archiviato in:Uncategorized

Come trovare il miglior datore di lavoro

Maggio 15, 2021 by Stefano 9 commenti

Appena l’ho visto, mi sono detto: “wow, questo devo condividerlo sul blog!”

Perché è un’informazione sconosciuta, che su internet (o su qualsiasi canale tradizionale) non trovi, per conoscerla devi essere “nel giro”. E no, non nel giro delle agenzie del lavoro (che disprezzo)…

Vedi, io sono in un gruppo di discussione internazionale, in cui gli imprenditori si scambiano consigli per migliorare il proprio business.

Non è un gruppo pubblico, e l’unico modo per entrarci è essere un imprenditore con un business già in piedi. Non te lo dico per tirarmela, ma per farti capire quanto dovresti prendere sul serio l’informazione che sto per darti.

Pochi minuti fa un membro ha chiesto:

“Dove avete trovato i vostri migliori dipendenti? Su internet, con annunci o altro?”

In questi primi dieci minuti, ci sono state 5 risposte. E 4 di queste, hanno detto la stessa cosa: networking, o referral (che sono la stessa cosa).

Significa che la maggior parte dei datori seri, ossia quelli che puntano alla qualità del proprio staff, assume le persone che già conosce, o che gli vengono suggerite da amici e conoscenti. Questi datori nemmeno pubblicano annunci, perché la loro rete interna è sufficiente a soddisfare le richieste di personale. Questa è una cosa che già sapevo e che è ben spiegata nel capitolo dedicato al networking su Obiettivo Lavoro (modulo 3), e questa conversazione me ne ha dato l’ennesima conferma.

Ed ecco la lezione che puoi imparare tu: se vuoi trovare un buon lavoro, sicuro e ben pagato, il modo migliore è quello di far circolare il tuo nome nell’ambiente. Se sei un ingegnere informatico, fatti conoscere fra gli altri ingegneri informatici e datori a cui servono esperti in quel settore. Fai conoscenza anche con i datori che non stanno assumendo in quel momento: prima o poi a tutti serve personale, e se ti sei posizionato come un professionista del tuo campo, verrai richiamato e otterrai un colloquio senza nemmeno aver alzato un dito per compilare il tuo curriculum.

Certo, per sfruttare questo sistema devi diventare un professionista. Nessuno vuole assumere un dipendente generico, e se resti in questa categoria, un buon lavoro te lo puoi sognare di notte. Quindi se ancora non l’hai fatto, creati una specializzazione. Studia, fai pratica, realizza dei progetti in autonomia. Nell’era di internet, specializzarsi è semplice. Per questo chi non lo fa verrà sempre più lasciato nella polvere (spiego come fare nel modulo 2 di Obiettivo Lavoro).

Una volta fatto questo, sei pronto a fare networking, conoscere altri professionisti del settore e datori interessati alle tue competenze. L’importante è non sminuire mai il tuo valore, e anzi continuare a incrementarlo: il trucco sta tutto lì.

Per avere un buon lavoro, non la solita truffa in stage, devi trovare dei datori seri e professionali. Questi datori però non cercano quasi mai dipendenti generici, bensì professionisti che sanno il fatto loro. Ed ecco un altro segreto: ai datori seri non gliene frega niente di quanta esperienza hai. Se dimostri di essere bravo a fare qualcosa, sei assunto. A prescindere dalla tua esperienza lavorativa.

È così che una mia amica è stata assunta a tempo indeterminato a 1600€ al mese dopo meno di un mese di ricerca, nel suo primissimo lavoro. 😉

Archiviato in:Uncategorized

Come essere assunto in una multinazionale

Maggio 14, 2021 by Stefano 10 commenti

Questo è un guest post scritto da Lorenzo Brigatti.

L’Italia non è un paese che abbonda di multinazionali in cui lavorare, la maggior parte delle imprese sono medio-piccole e a conduzione familiare. Allora perché dovresti leggere un post su come ottenere lavoro in una multinazionale se le chance sono così basse?

Prima di tutto una multinazionale offre possibilità di carriera: puoi spostarti orizzontalmente (cambiare dipartimento), verticalmente (essere promosso) o trasferirti in un’altra nazione. Sta solo alla tua bravura personale farti notare e cogliere le opportunità a tua disposizione. Il secondo motivo, più interessante, è che in questo periodo di difficoltà economiche, le multinazionali sono una delle poche realtà che stanno assumendo. Quindi avere ben chiaro come funziona il processo di selezione ti aiuterà ad aumentare a dismisura le tue possibilità di ottenere un lavoro.

Cosa fare prima di presentare la tua candidatura

Essere parte di una multinazionale significa soprattutto conoscere l’inglese. Se non lo parli le tue possibilità di assunzione scendono del 50%. Hai una sola opzione per essere preso in considerazione: fare domanda per una posizione di basso livello, sperare di essere assunto ed una volta dentro lavorare duro per dimostrare quanto vali. L’inglese è comunque imprescindibile nel momento in cui vorrai fare carriera e raggiungere un livello manageriale. Se non sai da dove cominciare ad imparare l’inglese, questo è un buon inizio.

Una volta cominciato a lavorare sul tuo livello di inglese puoi passare al secondo pilastro della tua candidatura: le esperienze lavorative rilevanti. Se queste esperienze ti mancano puoi rimediare con una laurea apprezzata dai selezionatori (ingegneria gestionale o marketing, per dirne due), oppure una laurea strettamente legata al business per cui vuoi lavorare (ad esempio una laurea nel settore moda è molto apprezzata dalle multinazionali dell’abbigliamento).

Con o senza laurea devi comunque trovare un modo per accumulare esperienze rilevanti. E questo vale per tutte le aziende, non solo le multinazionali. Qui trovi qualche buon consiglio su come fare.

Una volta finito il lavoro di preparazione, è il momento di entrare in contatto con la multinazionale che hai scelto, e qui cominciano a notarsi le differenze rispetto a quando fai domanda in un’azienda medio-piccola.

Usa la cultura aziendale a tuo vantaggio

Avere un curriculum solido dove evidenzi le tue esperienze lavorative rilevanti e il tuo alto livello di inglese, meglio ancora se confermato da un’esperienza lavorativa all’estero, ti fa entrare automaticamente nel 10% dei profili più interessanti. Per fare un ulteriore salto di qualità devi dimostrare di conoscere la cultura aziendale della multinazionale per cui stai facendo domanda e modellare il tuo approccio su di essa.

La cultura aziendale è un misto tra le caratteristiche che rendono la multinazionale unica e la sua mission aziendale, cioè quale obiettivo la multinazionale vuole raggiungere. La prima cosa da fare per capire il tipo di cultura aziendale di una multinazionale è andare sul sito ufficiale e studiarselo. Troverai moltissime informazioni utili, ma occhio: in molti casi queste informazioni saranno troppo vaghe.

Fioccheranno espressioni come “leader di settore”, “realtà giovane e dinamica” che non vogliono dire granché. Dovrai scavare più in profondità e capire i veri elementi che costituiscono la cultura aziendale della multinazionale che ti interessa. Usa un misto di logica e buonsenso: se vuoi lavorare per una multinazionale che vende capi sportivi, la possibilità che ricerchi figure amanti dello sport è altissima.

Quando il prodotto non è facile da caratterizzare, invece puoi chiedere aiuto ad internet. Un ottimo sito è glassdoor, interessante ma internazionale e quindi da usare con attenzione: in ogni nazione esistono piccole differenze nella cultura aziendale, che si deve adattare a quella nazionale. Se non conosci ancora l’inglese puoi utlizzare sopo.it, un portale italiano interamente dedicato alle recensioni. Purtroppo il numero di recensioni presenti è un po’ ridotto, ma è comunque uno strumento valido.

NOTA IMPORTANTE: se l’azienda per cui stai facendo domanda non è più che eccezionale, troverai parecchie recensioni negative. Nonostante alcune evidenzino problemi oggettivi, ricordati che chi lavora in una multinazionale ed è soddisfatto non andrà a scriverlo su internet (specialmente gli italiani). Chi si prenderà la briga di scrivere sarà spesso qualcuno insoddisfatto che vorrà far sapere a tutti quanto quell’azienda l’ha trattato male. Usa queste recensioni per bilanciare l’ultra-positività che trovi sul sito aziendale. La verità sta da qualche parte nel mezzo.

Un altro modo per capire a fondo la cultura aziendale è chiedere: a chi ci lavora già, a selezionatori che lavorano o hanno lavorato per quell’azienda, a chi lavora nel settore, insomma a qualsiasi persona che potrebbe sapere quali sono le caratteristiche più ricercate in un lavoratore e il tipo di cultura aziendale. In questo modo riuscirai ad ottenere una serie di informazioni “non ufficiali” ma utili a far risaltare la tua candidatura.

Infine, sii consapevole della nazione di provenienza delle multinazionali: quelle anglosassoni tenderanno ad avere un sistema gerarchico più informale e dipendenti molto appassionati del prodotto; andare ad un colloquio per una di queste multinazionali in giacca e cravatta potrebbe essere un suicidio professionale, in quanto verresti percepito come troppo ingessato. In quelle italiane e francesi, invece, i rapporti di potere sono più definiti e quindi il vestito “fa la tua posizione”, ed i manager saranno più difficili da raggiungere. Se vuoi approfondire il tema delle differenze di cultura nazionale senza scadere negli stereotipi ti consiglio i libri di Hofstede (qui ne trovi qualcuno in italiano, ma come al solito la scelta in inglese è più variegata).

Come utilizzare i social network per aumentare le tue possibilità di assunzione

Finora abbiamo curato solo la parte di preparazione. Ti ho mostrato quali informazioni cercare per ottimizzare il tuo CV e la tua lettera di presentazione. Passiamo adesso ad analizzare il momento dell’approccio: mandare un CV scritto seguendo i consigli visti sopra è uno dei modi migliori per farsi selezionare per un colloquio preliminare, ma quali altri opzioni hai a disposizione?

La prima cosa da fare è ottimizzare la tua presenza online.

Le multinazionali sono realtà che operano in diverse nazioni ed esiste la possibilità che alcune delle normali attività dell’azienda vengano spostate all’estero. Ad esempio nella multinazionale per cui lavoro selezioniamo il personale per diverse nazioni, tra cui l’Italia. In questo caso stampare CV ed andare a consegnarli a mano non ti aiuterà, perché chi decide se assumerti o meno non si trova lì.

Quello che puoi fare invece è dare una bella sistemata al tuo profilo Linkedin: segui i consigli in questo articolo e non aver paura di essere troppo lungo nel descrivere le tue esperienze lavorative. I selezionatori su Linkedin usano stringhe di ricerca in cui inseriscono parole chiave che descrivono al meglio l’offerta di lavoro ed analizzano i profili ottenuti con questo sistema.

Quindi se posti su Linkedin una descrizione precisa delle tue esperienze lavorative, utilizzando le informazioni che hai raccolto, aumenterai a dismisura le tue possibilità di essere trovato dai selezionatori e di essere chiamato per un colloquio.

Inoltre puoi entrare in gruppi affini alla posizione che vuoi, ad esempio un gruppo di specialisti sull’IVA (ti giuro che esiste) e cominciare a seguire le aziende per cui sei interessato a lavorare. Infine puoi postare il tuo CV direttamente su Linkedin: in questo modo rendi ancora più facile farti raggiungere dai selezionatori, perché ti potrebbero contattare usando la tua mail principale o telefonandoti.

Oltre a queste possibilità, un po’ passive ma efficaci, ne esiste una più attiva: cercare su Linkedin i selezionatori, o meglio ancora i manager della multinazionale per cui vuoi lavorare e contattarli direttamente, chiedendo loro la possibilità di connettersi (equivalente all’amicizia di Facebook) e poi scrivendo un messaggio a mo’ di lettera di presentazione. Qui dovrai evidenziare tre punti chiave: “Perché voglio lavorare per te?”, “Perché sono un ottimo candidato per questa posizione?”, e “Cosa posso portare in più alla tua azienda?” In questo modo dimostri di essere una persona in gamba e che ha spirito d’iniziativa e nel caso migliore potresti saltare tutto il processo di selezione.

Linkedin è l’unico social network di cui hai davvero bisogno per trovare lavoro, ma per aumentare ancora di più le tue possibilità puoi curarne altri due: il primo è Facebook. Non ti preoccupare, non devi sviluppare una versione professionale. I selezionatori sanno che Facebook è un social network usato per cazzeggiare e spesso non lo controllano neppure, ma giusto per sicurezza è meglio applicare qualche regola di netiquette: non passare tempo in inutili risse online o ad insultare pesantemente la gente sarà sufficiente, se poi aggiungi anche dove lavori, cosa hai studiato e dove vivi aumenterai le tue possibilità di essere trovato dai selezionatori.

Il secondo, molto più interessante, è Twitter, per due motivi: il primo è che finora non è stato molto usato dai selezionatori ma la situazione sta cambiando rapidamente, quindi essere lì per primo ti garantisce una posizione di vantaggio sugli altri. Il secondo è che ti permette di approcciare selezionatori e manager ancora più direttamente che in Linkedin (non ci sono limiti di contatto, anche se il limite è di 140 caratteri a messaggio) e avrai accesso ad una quantità di informazioni sterminata nel settore di tuo interesse. Io ho cominciato ad usarlo per informarmi su web marketing e creazione di contenuti online, e ho trovato molti esperti in Twitter che condividono informazioni utili.

Per poter utilizzare Twitter al meglio apriti un tuo account, cura il tuo profilo (basta una foto e una breve descrizione con i tuoi interessi) e comincia a seguire gli esperti nel campo dove vuoi fare carriera, cercando di comunicare con loro per aumentare il tuo network.

Per massimizzare gli effetti positivi di Twitter devi essere attivo: non aprire un account solo per avere un profilo e poi non fare nulla sperando che qualcuno ti chiami. Chi parla di temi interessanti, magari correlati al lavoro che sta cercando, sta creando le basi del suo successo: prima o poi sarà notato da qualcuno che potrà dargli una mano.

Ora che ti ho svelato i trucchi del mestiere, l’unica cosa che ti rimane da fare è utilizzarli per trovare lavoro in una multinazionale. Adesso posso solo augurarti buona fortuna! 😀

Lorenzo Brigatti è blogger appassionato di scacchi, psicologia, economia e lingue straniere. Gestisce il blog Pensa fuori dalla scatola dove parla di questi suoi interessi. puoi seguirlo anche su Facebook e su Twitter.

Archiviato in:Uncategorized

I 3 aspetti fondamentali di un curriculum vitae ben scritto

Maggio 13, 2021 by Stefano 11 commenti

L’università della Florida nel 2010 ha intervistato oltre 2.000 datori di lavori e dirigenti addetti alla gestione del personale chiedendo, fra le altre cose, questa domanda:

“Quali informazioni vuoi vedere all’interno di un CV?”

In questo articolo ti parlo dei tre aspetti più importanti che sono venuti fuori, in ordine di importanza.

1 – Esperienza lavorativa qualificante

Se hai esperienza lavorativa nel settore per il quale ti candidi, quella è la cosa più importante di cui devi parlare. Mettila nella parte alta del curriculum, perché un elemento viene visto come più rilevante tanto è più in alto nella pagina.

Attenzione però, perché l’esperienza lavorativa deve essere qualificante: in altre parole, devi evidenziare come il precedente lavoro sia utile nella nuova posizione che vuoi andare a ricoprire. Se questa connessione non è evidente, devi specificarla subito. Ti faccio alcuni esempi:

  • Nel CV per un lavoro da cameriere cito la mia esperienza in un bar.
  • Nel CV per un lavoro da tecnico informatico cito la mia esperienza come programmatore.
  • Nel CV per un lavoro da responsabile di marketing cito la mia esperienza come venditore di sapone porta a porta.

In questo primo aspetto risalta un’altra componente fondamentale del CV: la personalizzazione. Devi scrivere un curriculum con in mente un certo tipo di lavoro, o ancora meglio un’azienda specifica. Più rendi il tuo CV specifico, più sono le possibilità di essere richiamato.

Se la tua esperienza non è in alcun modo rilevante con quello che vuoi andare a fare, omettila. Un curriculum deve essere corto, e quando pensi che è abbastanza corto, ancora hai del lavoro da fare. Ogni informazione non necessaria è inutile, pertanto deve essere eliminata.

Se scrivi esperienze lavorative irrilevanti, darai l’impressione di una persona che non sa fare niente e cerca disperatamente di farsi assumere per qualsiasi lavoro. Piuttosto, lascia uno spazio bianco in più.

Se voglio lavorare in un bar, non parlerò della mia esperienza da maestro di tennis.

Questo è un aspetto fondamentale del quale parlo spesso sia sul blog che su Obiettivo Lavoro.

2 – Qualifiche e abilità

In altre parole: tutto quello che ti rende un candidato migliore degli altri, che non sia un’esperienza lavorativa passata. Questa categoria è ampia e rientrano cose come:

  • Scuola e università.
  • Esperienze all’estero.
  • Borse di studio.
  • Interessi personali.
  • Approfondimenti extrascolastici.
  • Sport e abilità fisiche.

Così come nelle esperienze lavorative, ricorda di essere specifico e selettivo: non includere tutto quello che sai fare, ma solo gli elementi che ti rendono perfetto per il lavoro che stai cercando. Elimina il resto, perché far perdere tempo a chi ti esamina (con elementi inutili nel curriculum) è il modo migliore per non essere richiamato.

3 – Facilità di lettura

Anche se non è un’informazione del CV in sé, scrivere un curriculum facile da leggere è così importante che i datori di lavoro lo menzionano lo stesso nei sondaggi. Il mio sospetto è che sono così stanchi di vedere CV complessi e senza una logica, che fanno di tutto per comunicare la loro frustrazione nella speranza di vedere un miglioramento.

Almeno questo è ciò che farei io, dopo aver letto e studiato centinaia di curriculum diversi.

Ancora una volta questo sottolinea l’importanza di creare un layout semplice e coinciso, senza aggiungere dettagli inutili. Scrivi il CV più corto che puoi.

Molte persone, soprattutto senza esperienza, pensano che per essere assunte serva mostrare professionalità e formalità. Per mostrare queste due doti serve un CV complesso e ciceroniano: cervellotico e difficile da interpretare. Ci sono tre errori in questo ragionamento:

  1. Un CV deve essere professionale, ma non necessariamente formale o (peggio) complicato.
  2. Un CV complesso è il miglior modo per farlo diventare “carta da camino”, come dico io. Il datore non ha tempo per interpretare un curriculum troppo difficile, dopo cinque secondi lo butterà nel cestino e passerà al prossimo. Ne ha già troppi che fanno la pila sulla scrivania per perdere tempo con te.
  3. Cicerone è vissuto due millenni fa e ancora ne parliamo per una buona ragione: era bravo a scrivere. A meno che tu non ti creda uno dei migliori scrittori della nostra epoca, non provare a fare cose complesse. Più scrivi e più rischi di sbagliare, quindi scrivi il meno possibile. Usa frasi brevi e parole semplici.

Il tuo CV non ha possibilità di farti avere un colloquio se il layout generale non è semplice da capire. Fai questa prova: quando hai scritto il tuo CV invialo a qualcuno che conosci e chiedigli di evidenziare i tratti salienti in 5 secondi. Se ci riesce, sei a buon punto. Se ci mette 10 secondi, ti basta qualche ritocco minore. Se ci mette più di 15 secondi, devi rifare tutto da zero.

Archiviato in:Uncategorized

Perché così pochi giovani vanno a lavorare all’estero?

Maggio 13, 2021 by Stefano 13 commenti

La domanda di cui sopra è scaturita da due cose…

  1. Mi sono trasferito in Spagna con la mia azienda, e ho iniziato a vedere come funziona qui il mercato del lavoro (risposta: meglio).
  2. Ho letto le statistiche annuali sulla “fuga di cervelli”.

Lo sapevi che in Italia, anche se tutti parlano di fuga di cervelli, la percentuale di laureati che emigrano è in linea con la media europea? Eppure da quello che dicono i TG, i numeri dovrebbero essere alle stelle.

Ammetto che nemmeno io lo sapevo, e un po’ ne sono rimasto sorpreso. Primo perché all’estero è pieno di italiani (sono ovunque), secondo perché il mercato lavorativo è anni luce avanti. Un tedesco ha poco motivo di andarsene, un italiano invece…

Beh, come sta andando l’economia lo sappiamo tutti. 😉

Ora, capisco che molte persone non vogliano lasciare famiglia e amici per sempre, so che è una decisione difficile e lo rispetto. Ma nessuno dice che tu debba andartene per sempre: puoi fare dei periodi all’estero di 6-12 mesi, apprendere meglio una nuova lingua, e tornare con un’esperienza in più sul curriculum.

Gli italiani (datori compresi) sono affascinati  dall’estero, quindi un’esperienza lavorativa fuori dall’Italia è a parità di altre condizioni valutata meglio di una in patria. In altre parole: se fai un anno a lavorare all’estero, trovare lavoro in Italia sarà più semplice.

Ma non solo: anche all’estero, per quanto tu possa non conoscere la lingua alla perfezione, trovare lavoro è più facile. Soprattutto in certi Paesi come Germania e Inghilterra, dove l’economia è molto dinamica.

Questo è particolarmente vero per i giovani, perché la discriminazione di età è molto minore nel resto d’Europa e particolarmente elevata in Italia. Nonostante tutte le belle parole di voler “investire sui giovani”…

La scuola italiana non è a un livello così basso, e sia le superiori che le università formano discretamente bene. Nel sud Italia le cose sono un attimo peggiori, ma relativamente parlando, l’istruzione italiana non è messa male. Questo significa che anche senza esperienza puoi lottare ad armi pari con una persona del posto, a patto che tu conosca le strategie giuste (e se hai letto Obiettivo Lavoro, le conosci eccome). 😉

Quindi se sei senza lavoro, non riesci a trovarlo, e ti chiedi cosa dovresti fare, ecco quello che ti rispondo io: vai all’estero per almeno 6 mesi. Dopo, se hai voglia, torna.

Hai già un bel punto di partenza, e ti assicuro che sono due fra i più grandi investimenti che puoi fare per la tua carriera lavorativa (oltre a una laurea).

Quello che fanno molte persone, a questo punto, è inventarsi delle scuse: ma io devo fare questo, ma io ho quello che mi blocca, ma la mia situazione è diversa…

La verità? Di situazioni che veramente ti bloccano ce ne sono molto, molto poche. Nella maggior parte dei casi, sono scuse per restare all’interno della tua zona di comfort causate dalla tua paura ad esplorare nuove alternative.

Pensaci bene: le ragioni che ti fermano sono ragioni vere, o solo scuse? Solo tu puoi rispondere a questa domanda. Ma se lasci passare questa opportunità senza motivo, un giorno potresti pentirtene. 😉

Archiviato in:Uncategorized

  • Vai alla pagina 1
  • Vai alla pagina 2
  • Vai alla pagina 3
  • Pagine interim omesse …
  • Vai alla pagina 5
  • Vai alla pagina successiva »

Barra laterale primaria

Footer

Design

With an emphasis on typography, white space, and mobile-optimized design, your website will look absolutely breathtaking.

Learn more about design.

Content

Our team will teach you the art of writing audience-focused content that will help you achieve the success you truly deserve.

Learn more about content.

Strategy

We help creative entrepreneurs build their digital business by focusing on three key elements of a successful online platform.

Learn more about strategy.

Stefano Mini Consulting SLU, tutti i diritti riservati. Privacy Policy.