Una delle domande che mi vengono fatte più spesso via email è: devo mettere il classico “Autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai sensi del Dlgs 196 del 30 giugno 2003“?
In effetti, nel mio modello di curriculum non c’è, e molti si chiedono il perché.
La ragione è che non è indispensabile, non quanto si crede. Visto che il mio modello è su una pagina sola, limite che ti consiglio di rispettare a meno che tu non sia un professionista di alto livello e con anni di esperienza, ogni riga è importante. Non hai spazio da sprecare per parole inutili, per questo ho scelto di cancellare l’autorizzazione al trattamento dei dati personali.
Ora, parliamo di quello che ci dice la legge.
Autorizzo al trattamento dei dati: cosa dice la legge
Su internet esiste parecchia confusione in materia, e quasi tutti dicono che sì, è obbligatorio mettere “Autorizzo il trattamento dei miei dati personali”, ma è vero? Tutti lo dicono, ma non ho trovato nessuna fonte ufficiale o autorevole che ne parli. Da questa osservazione mi viene da pensare che si tratti di una leggenda metropolitana, al pari della credenza che il formato Europeo sia il migliore e il più accettato.

Il manuale completo per trovare lavoro
Trova un lavoro ben retribuito in poco tempo grazie a questo manuale che ha già aiutato centinaia di persone.
Dall'autore bestseller #1 su Amazon nella categoria lavoro!
Ho fatto ricerche più avanzate in rete, e ho trovato questa comunicazione del garante della privacy:
“Tutti possono liberamente raccogliere, per uso strettamente personale, dati personali riguardanti altri individui, a patto di non diffonderli o comunicarli sistematicamente a terzi. (Un esempio: i dati raccolti per uso personale nelle proprie agende cartacee o elettroniche)”
Quindi il datore può raccogliere i tuoi dati e conservarli, a meno che non li diffonda, per valutarti nel processo di assunzione.
Ma andiamo un po’ oltre a leggere il Decreto Legislativo 196/2003, e scopriamo una cosa interessante: il datore può utilizzare il tuo curriculum come scritto sopra, a meno che tu non abbia incluso dati sensibili. Citando il decreto originale, i dati sensibili sono:
“I dati personali idonei a rivelare l’origine razziale ed etnica, le convinzioni religiose, filosofiche o di altro genere, le opinioni politiche, l’adesione a partiti, sindacati, associazioni od organizzazioni a carattere religioso, filosofico, politico o sindacale, nonche’ i dati personali idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale”
Ora, in un curriculum scritto bene questi dati non dovrebbero comunque esserci, perché sono inutili ai fini del processo decisionale e portano via spazio prezioso che potresti usare per includere una competenza utile in più, o allungare la tua frase di presentazione (se segui il mio modello, è quella prima dello schema).
Per questo se usi il modello a una pagina non dovresti includere la formula “Autorizzo al trattamento dei dati”, perché non è richiesta per legge. Assicurati però di non aver incluso dati sensibili: se l’hai fatto toglili, perché non dovrebbero mai essere in un curriculum efficace.
Se invece segui un altro modello o hai modificato il mio in modo che ti avanzi una linea extra che non sai come riempire, piuttosto che lasciarla vuota metti l’autorizzazione al trattamento dei dati. Alcuni datori, ignoranti su cosa dice la legge, si rassicurano nel vederla. Alcuni addirittura la richiedono espressamente, in questo caso sei obbligato a metterla e non ci puoi fare niente.
Io non l’ho mai inserita perché nel mio curriculum non c’era mai lo spazio, e nessun datore si è ancora lamentato o mi ha scartato per questo motivo.
Lascia un commento